La poesia di Gianni Darconza è poesia civile nel senso non solo più alto ma più moderno del termine, prendendo atto che la nuova filosofia, cioè il nuovo modo di interpretare il mondo –in realtà già da un bel pezzo- si chiama scienza, e il problema veramente grosso, di cui ancora non vogliamo renderci conto, è di come questa mutata prospettiva abbia anche cambiato, che ci piaccia o no, il nostro modo di vedere le cose, il nostro rapporto con la natura, con il quotidiano e anche con gli altri, finanche con l’amore. In "Oltre la lastra di vero" Gianni Darconza, come un novello Lucrezio, prova ad aprirci gli occhi, con una discorsività volutamente piana e diretta, ma pronta ad impennarsi verso la dignità retorica dell’endecasillabo. Strizzando l’occhio a tanta divulgazione scientifica, ma volgendo il suo dettato sempre verso il piano etico, coinvolge il lettore nel tentativo di rispondere alla domanda: che significa tutto questo per i nostri sentimenti, per le nostre povere emozioni? Scopriamo insieme a lui che, se perfino il linguaggio della scienza ne è inguaribilmente innamorato, di sentimenti ed emozioni, appena prova a darci qualche lume in più le cose invece si ingarbugliano, fra gatti vivi e morti allo stesso tempo, particelle che fanno la ruota del pavone solo se qualcuno le guarda e quando non succede non si sa più in quali faccende siano impegnate. Insomma, punto e a capo. Non resta che esserne coscienti, magari con una spruzzata di sana ironia.
commento critico di Andrea Tavernati
BIOGRAFIA Giovanni Darconza è nato a San Gallo, Svizzera, nel 1968. Poeta, narratore, traduttore e docente di Letteratura e Cultura Spagnola presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Ha pubblicato la raccolta di poesie “Oltre la lastra di vetro” (2006, vincitrice del concorso “Jacques Prévert” 2006), il romanzo “Alla ricerca di Nessuno” (2007), la raccolta di racconti “L’uomo in nero e altre scorie” (2009) e il racconto per l’infanzia “Il ladro di parole” (2013, Premio Frontino Montefeltro 2014). Per Raffaelli Editore ha tradotto un’antologia di poesia breve latinoamericana (2015) e “Giovane poesia latinoamericana” (2015), le raccolte poetiche di Óscar Hahn, “Tutte le cose scivolano” (2015), “Scintillii in uno specchio rotto” (2016) e “La memoria degli specchi e altre poesie” (2016); di Antonio Cisneros,”Il cavallo senza liberatore” (2015); di Mario Bojórquez, “Divano di Mouraria” (2016); di Rafael Courtoisie, “Umbría” (2016) e di Marco Antonio Campos, “Dove andava il vento” (2016).
APPUNTI SUL CAOS
Chi semina farfalle
raccoglierà uragani
NOTES ON CHAOS
Those sowing butterflies
will collect hurricanes
SFONDI
Da tempo non vedevo
bianco di nubi chiazzare
sfondi azzurri adagiati
su manti di verde dipinti
solleticati dal vento.
Da tempo intendo
non li vedevo all’aperto
lontano dal solito sfondo
stampato su uno schermo.
BACKGROUNDS
It was ages since I had last seen
the white of clouds speckle
blue backgrounds couched
on painted green cloaks
tickled by the wind.
I mean it was ages
since I had last seen them in the open air
far from the usual background
printed on a screen.
VOGLIA
Da che si riconosce, mi dici
che anche l’ultima foglia che nasce
sul ramo di quercia più lontano
o di betulla o d’ontano ambisce
a conoscere le oscure sue radici?
Quando in autunno giunge il tramonto
non si stacca forse dal picciolo
rinsecchito, non affida al vento
la sua voglia di volo e si dirige
danzando dolcemente verso il suolo?
LONGING
How do I know, you wonder,
that even the last leaf sprouting
on the farthest oak bough,
or birch or alder bough, longs
to meet its dark roots?
When in autumn the sun sets,
doesn't it leave its withered
stem, doesn't it trust the wind
with its wish to fly, heading
in a gentle dance for the ground?
PRINCIPIO D'INDETERMINAZIONE
Cerco di capire il tuo silenzio
cerco di alleviare l’improvviso pianto
in fondo, mi ripeto, ti conosco
vent’anni forse più di convivenza
dovrei conoscere ogni tuo segreto
la più strana verità dell’universo
è che ignoro quanto ti circonda
sei una particella subatomica
impossibile da osservare senza
alterare la traiettoria irrimediabilmente.
Ma come si comporta
veramente quella particella
quando non vi sono occhi ad osservarla?
Non posso vedere l’elettrone
attorno all’atomo in movimento
più di quanto non possa vedere
i pensieri dietro al tuo pianto
solo gli effetti mi sono noti
della pace al contatto fugace
del gatto che s’avvicina furtivo
e che la tua mano accarezza
contatto e infinito distacco
contraddizione e paradosso
gatto vivo e al tempo stesso morto
come i ricordi del tempo trascorso
principio di complementarità
siamo onda e particella
siamo amici e siamo nemici
siamo liberi e siamo in cella
schiacciati dall’invisibile altro
che nelle nostre oscurità si cela.
PRINCIPLE OF INDETRMINACY
I'm trying to make sense of your silence
I'm trying to soothe the sudden wish to cry
after all, I repeat to myself, I've known you
for over twenty years we spent together
I should be familiar with every secret of yours
yet the strangest truth on earth
is that I ignore all that surrounds you
you're a subatomic particle
invisible unless you change your trajectory for good.
But how does that particle behave when no eyes observe it?
I can't see the electron
running round the shifting atom
any more than I can see
the thoughts behind your weeping eyes
the impact of peace
is all I know when the sleek cat
sneaks in and finds your stroking hand
sudden finding each other to then
lose each other infinitely
living cat and dead cat
like memories of past times
principle of complementarity
we're both wave and particle
we're friends and enemies
we're both free and in jail
crushed by the invisible Other
hidden deep in our darkness.
MATERIA OSCURA
Assuefatti ai grandi bagliori
della materia ordinaria
sui cartelloni e i videoterminali
allettati da pixel e fibre ottiche
di schermi al plasma o LCD
alla fine ci illudiamo
che il reale è tutto lì.
Non siamo che marinai disorientati
dalle forze gravitazionali
incapaci di nuotare
tra le onde del mistero
riusciamo a scorgere la punta
dell’iceberg a mala pena,
non siamo molto più evoluti
dell’uomo di Neanderthal
nel capire quanto ci circonda.
L’essenziale, lo scordiamo,
è invisibile agli occhi,
più del 90% dell’universo
è formato da materia oscura
di cui ignoriamo ogni cosa.
Ma la densità di questa materia
condiziona il nostro destino
tra una lenta solitudine cosmica
e il battito di miliardi di anni
di un universo pulsante
che prima muore e poi ricomincia.
Così la mia parola non è
che una parte infinitesimale
del verbo cosmico
in cui galleggiano i mondi
è una goccia di reale
nell’oceano dell’arcano.
L’essenziale è oltre le apparenze
oltre l’orizzonte degli eventi
dove il tempo più non esiste
è nella materia oscura
dell’inchiostro di cui è fatta
questa mia scrittura.
DARK MATTER
Accustomed to the garish light
of ordinary matter
on the billboards and the screens
lured by pixels and optical fibres
by plasma or LCD screens
in the end we persuade ourselves
that reality lies there, every bit of it.
We are but lost sailors
amid gravitational forces
unable to swim
in the waves of mystery
we barely glimpse
the tip of the iceberg,
we are no apter
than the Neanderthal man
to grasp reality around us.
The essential, we forget,
is invisible to the eyes,
more than 90% of the universe
is made up of dark matter
we know nothing about.
Yet the density of this matter
conditions our destiny
caught in a slow cosmic solitude
and the fluttering of billions of years
of a beating universe
that dies and is reborn.
Thus my word is
but an infinitesimal
of the cosmic word
in which worlds float
it's a drop of the real
in the ocean of the unmeasurable.
The essential lies beyond appearances
beyond the horizon of events
where time no longer exists
it lies in the dark matter
of the ink that substantiates
this writing of mine.
FIGLIO DEL MARE
Io nacqui dal mare
prima ancora di essere generato
nacqui da abissi profondi
tra costellazioni di pesci
e il battito del cuore
scandiva il mio silenzio
interrotto solo a tratti
dal borbottio di bollicine
di comitive di pesci pilota
che nelle acque oscure
inseguivano chissà quale luce
di una divinità remota.
Nacqui dal mare
che non sapevo nulla
del suo colore rubato al cielo
non sapevo delle correnti
alla ricerca di sperduti atolli
non sapevo delle onde
che si frangono sugli scogli
o degli amori che si stagliano
sul grigiore dei fondali
non sapevo della sabbia e della terra
dei suoi abitanti e dei suoi inganni.
Nacqui dal mare
prima ancora di essere monte
e collina e steppa e solitudine
prima di vedere trapunte di stelle
disperse in un oblio senza fine
e non sapevo di assorbimenti cosmici
o di spostamenti verso il rosso
non sapevo di forze di gravitazione
o di effetti di marea
non sapevo di atomi e molecole
né di fissioni nucleari
innescate a milioni di gradi
nei cuori incandescenti
di astri refrattari.
Nacqui dal mare
che già sognavo di essere flusso
e già intuivo l’armonia dei contrari
e già ambivo a essere nembo
e mi scioglievo in fresco pianto
abbeveravo la terra prosciugata
poi scorrevo tra le sue vene
fino all’origine del tempo
dove sognavo di incontrarti
tra detriti di roccia dura
e neanche un mare di tenebra
mi avrebbe più diviso allora
dal tuo primo abbraccio e dalla paura
di perderti ancora.
SEA SON
I was born from the sea
before I was begotten
I was born from the deep abyss
amid constellations of fish
and my beating heart
cadenced my silence
broken only
by murmuring bubbles
of pilot fish
which in dark waters
were swimming after the light
of some remote deity.
I was born from the sea
and I knew nothing
of its colour, the sky's colour
I knew nothing of the currents
in search of lost atolls
I knew nothing of the waves
breaking on the reef
or of loves outlined
against grey seafloors
I knew nothing of sand and earth
of its inhabitants and its plotting.
I was born from the sea
before I was mountain
and hill and steppe and solitude
before I saw star blankets
scattered in endless oblivion
and I knew nothing of cosmic absorption
or movement towards the red
I knew nothing of gravitational forces
or tidal impact
I knew nothing of atoms and molecules
of nuclear fission
ignited at millions of degrees
in the redhot hearts
of refractory stars.
I was born from the sea
and I was dreaming of being a flux
and I was grasping the harmony of opposites
and I was wishing to be a cloud
and I was melting into fresh weeping
I was quenching the earth's thirst
to then flow in its veins
back to the beginning of time
where I longed to meet you
among debris of hard rock
and not a whole sea of darkness
would then separate me
from your first embrace and the fear
of losing you again.
HAVE AN ICE DAY
Che cosa vi è di bello in questo giorno
gelido e rigido fino al midollo
in cui l’apatia mi ghiaccia il cervello
e un’indifferenza di ferro mi serra
tra sbarre di arido odio che non riesco
neppure a rivolger più contro me stesso?
Che cosa vi è di buono in questo vento
esterno che assopisce ogni sentimento
e gela il flusso eterno del passato
e cela al gusto ormai intorpidito
il sapore del gelso sul palato?
Indolente e incapace di bruciare
di gelosia in questa tundra infinita
che il gelo sia da oggi nella mente
l’ultima e unica forma di vita.
HAVE AN ICE DAY
What's nice about this icy bone-chilling
day on which apathy stiffens my brain
and an iron indifference nips me
between bars of dry hatred which I can't
even point at myself?
What's nice about this outward
wind which lulls every feeling to sleep
and freezes the eternal flux of the past
and covers up the taste of mulberries
to a benumbed palate?
Lazy and unable to burn
with jealousy in this infinite tundra
let frost from now on rule over the mind
as the last the only life form.
TSUNAMI
Un ultimo ritocco al trucco
e si va in onda finalmente
cavalco l’onda e la percorro
fino in fondo sui lidi devastati
di un paradiso ormai perduto
su spiagge di palme impestate
dai corpi scagliati dalle ondate
un’altra sistemata ai miei capelli
un po’ ribelli, adesso puoi parlare
signori edizione straordinaria
sono qui per raccontare
in prima visione continentale
con retorica ormai consueta
gli orrori e gli stravolgimenti
dell’onda anomala assassina
come se la terra che ci offre dimora
come se il mare che ci ha dato vita
fossero in grado d’intendere o di volere
il male nostro o il nostro bene
sono io, mi riconoscete, avvoltoio
dell’etere che si nutre di tragedie
e devastazioni e si alimenta
di pianti e d’ascolti in televisione
svolgo un servizio d’informazione
sono qui per testimoniare signori
che nobil natura è indifferente
a catastrofi e a umani patimenti
e come con un sol gesto essa atterri
d’un popol di formiche i dolci alberghi
e i villaggi vacanze e infranga i sogni
di utopici atolli incontaminati.
Io giungerò nelle vostre dimore
agghindate di alberi di natale
a scuotere il torpore secolare
che avvolge i vostri cuori inariditi
vi mostrerò il terrore in un muro d’acqua
Death by water ladies and gentlemen
a voi che siete gli uomini vuoti
racconterò storie di straordinaria
reazione al cataclisma orientale
l’agonia e lo strazio dei caduti
il dolore infinito dei sopravvissuti
alle macerie di Phuket, i cadaveri
straziati in Tailandia e le Andamane
i pianti sconsolati delle madri
di Sumatra, Sri Lanka e le Maldive
i corpicini dei bambini mutilati
dal diluvio, è un’inondazione di sangue
che stravolge le viscere e le midolla
è un naufragio di sangue che solleva
devastante un lamento universale
per le anime a migliaia depositate
nell’ultimo battesimo su spiagge desolate
sfigurate tumefatte deturpate
come accatastate per esser giudicate
nel giorno del giudizio universale
da un dio crudele spesso assente
o da chi ne fa le veci indifferente
o da un pubblico di spettatori distante
che ancora digerisce in santa pace
l’ultima abbuffata di natale.
Non allarmatevi troppo signori
l’onda omicida di Santo Stefano
ha colpito terre troppo lontane
dalle vostre domestiche oasi di pace
non sono morti che pochi occidentali
i cui nominativi saranno comunicati
dalle agenzie di stampa ai telegiornali
le altre vittime a migliaia di indiani
tailandesi cingalesi e indonesiani
non è così importante nominarli
saranno sepolti a centinaia
nell’anonimato delle fosse comuni
qualche mese soltanto e l’occidente
scorderà lo spettacolo dei visi denutriti
trasmessi dai tiggì unicamente
per ravvivare gli indici d’ascolto
che a dire tutta la verità
cominciavano a scemare
nell’altro successo di pubblico mondiale
che è la guerra tra marines e irakeni.
Qui termina l’edizione speciale
un minuto di lutto signori
per le vittime dello tsunami
un saluto dalla vostra iena prediletta
la vita va avanti sul nostro versante
c’è l’inizio di un nuovo anno da festeggiare
che noi tutti ci auguriamo
pieno di catastrofi e di tragedie
da mandare in onda al telegiornale.
TSUNAMI
The finishing touch on the make-up
and we're finally on air
I'm riding the wave back
to its spring on the devastated shores
of a now lost paradise
on palm beaches contaminated
by festering bodies scattered by the waves
another touch on my rather wild
hair, you can speak now
ladies and gentlemen special edition
I'm here to tell you,
the very first on the continent
using a now familiar eloquence,
about the horrors and the destruction
of the murderous anomalous wave
as if our welcoming earth
as if the generating sea
were capable of willing
our weal or our woe
it's me, you recognise me, vulture
of the ether feasting on tragedies
and devastation and feeding
on weeping and audience share
I serve purposes of news dissemination
I'm here to testify gentlemen
that noble nature is indifferent
to catastrophes and human suffering
and that in a simple gesture she erases
of a community of ants the sweet homes
and tourist villages thus vaporising the dreams
of utopian intact atolls.
I'll pry into your homes
dressed with Christmas trees
to shake off the longstanding drowsiness
wrapping your withered hearts
I'll show you terror in a water wall
death by water ladies and gentlemen
I'll tell you the hollow men
stories of extraordinary
reaction to the eastern cataclysm
the agony and the heart rending of the dead
the infinite grief of survivors
living through the ruins of Phuket, the corpses
mangled in Thailand and the Andaman Islands
the disconsolate wailing of the mothers
of Sumatra, Sri Lanka and the Maldives
the tiny bodies of the children maimed
by the deluge, it's a flood of blood
that overturns the entrails and marrow
it's a blood wreck that devastatingly
raises a universal lamentation
for the souls deposited in the thousands
in their last baptism on desolate shores
defaced swollen mangled
as if they were piled up waiting
for Doomsday to be judged
by a cruel god often absent
or its indifferent surrogate
or by a distant audience
who are still digesting
the lastest Christmas feast.
Don't panic gentlemen
Saint Stephen's deadly wave
struck too far
from your peaceful homes
but a few Western people died
whose names will be wired
by press agencies to papers
the other victims are thousands of Indians
Thais Sinhalese Indonesians
it is not so vital to name them
they will be buried in the hundreds
in the anonymity of mass graves
a few months and the West
will have forgotten the show of skinny faces
broadcast by the TV news only
to raise the audience share
which to tell the truth
was sinking
in that other quarter of world success
the war between Marines and Irakis.
This is the end of the special edition
a minute of mourning gentlemen
for the victims of the tsunami
goodbye from your favourite hyena
life goes on on our side
there's a new year to celebrate
which we all wish to be
teeming with catastrophes and tragedies
To broadcast on television.
OCCHI VERDI
Ti ho detto addio perché non fingo
di essere un altro e non penso
di tornare a incrociare il tuo sguardo
indietro ciascuno al ruolo stanco
che il fato ci ha assegnato.
Dicendoti addio ho solo pensato
a ciò che avrebbe potuto
essere e non è stato
una vita parallela, un altro tempo
in cui qualcosa di più fosse rimasto
oltre al contatto delle tue labbra
che furtive le mie hanno cercato
al sorriso inatteso di un istante
scomparso dietro la maschera di sempre
alle carezze calde sulle gambe
e sul seno nudo come velluto
allo sguardo straniero penetrante
dei tuoi occhi di smeraldo
per i quali forse non sono stato
altro che un ricordo fugace
dileguatosi come un miraggio
tra spirali di profumo.
GREEN EYES
I said goodbye as I don't pretend
to be another man and I don't think
I'll be back to meet your eyes
each one back to the trite role
that fate assigned.
Saying goodbye I only thought
of what may have
been and was not
a parallel life, some other time
in which to keep something more
than mere contact with your lips
which were furtively seeking mine
than the unexpected smile of an instant
disappearing behind the usual mask
than the warm caresses on the legs
and the bare velvet bosom
than the penetrating foreign gaze
of your emerald eyes
to which I may have been
but a passing memory
that disappears like a mirage
among spirals of perfume.
APOCHECLISSE
Nada en la nada, Adán
Sono vero solo nei tuoi sogni
ombra illusoria nella moltitudine
solo fra soli oscurati
da reciproca indifferenza.
Non ti destare, non estinguere
la fievole nota che è in me
spegni il rumore di sottofondo
microcaosmo e confusione
appaio dunque sono
meglio se in televisione.
Temo la catastrofe che grava
su tutti i morti viventi
temo la morte per dimenticanza
come un astro oscurato
da un satellite frapposto.
Io non sono quello che sono.
Non mi cercare adesso
in qualche personaggio di finzione
non sarò più in un verbo o in un nome
ma altrove, in una regione più alta
sarò negli spazi bianchi che ci sono
tra una parola e l’altra.
APOCHECLISSE
Nada en la nada, Adán
I'm true only in your dreams
delusive shadow in the multitude
alone among suns dimmed
by mutual indifference.
Don't wake up, don't extinguish
the weak note in me
switch off the background noise
microchaos and confusion
I appear therefore I am
better if on television.
I fear the catastrophe weighing
on all the living dead
I fear death by oblivion
like a star dimmed
by an interfering satellite.
I'm not what I am.
Don't look for me now
in some fictional character
I'll no longer be in a verb or name
but elsewhere, in a higher region
I'll be in the spacing
between words.
CREDO
Credo in una moltitudine di io
che coesistono in un solo corpo
agli ordini di un monarca dominante
deposto da uno nuovo ad ogni istante
credo nel linguaggio universale
di uno sguardo penetrante
che vanifica milioni di parole
credo nell’istinto primordiale
quando non è vinto da catene
di vili ricatti o promesse illusorie
credo in tutto ciò che non è certo
e la ragione non può dimostrare
credo nella solitudine dell’uomo
di fronte all’infinito blu del mare
o alla desolazione di una steppa
credo nell’idea che brucia come stoppia
fino a consumare il cervello e le braccia
credo nella luce di un’azione
o nell’allucinazione del pensiero
credo nell’aria pura che respiro
o nell’effimero sorriso dopo la tempesta
credo nell’eternità di un istante
di fronte a un domani inconsistente
o a un passato volutamente alterato
credo nella costruzione di fragili finzioni
per contrastare il nulla e la noia
credo nella diversità della scrittura
come ultima risorsa contro la paura
come ultimo rimedio per salvare
quel poco di universo ormai rimasto
che non si può comprare.
I BELIEVE
I believe in a multitude of Is
coexisting in one and the same body
in the orders of a ruling monarch
removed by a new one at every instant
I believe in the universal language
of a penetrating gaze
neutralising millions of words
I believe in the primeval instinct
if not overwhelmed by chains
of vile blackmailing or delusive promises
I believe in all that is uncertain
and which reason cannot demonstrate
I believe in the solitude of man
facing the infinite blue of the sea
or in the desolation of a steppe
I believe in the idea that burns like stubble
till it consumes both brain and arms
I believe in the light of an action
or the delusion of thought
I believe in the pure air I breathe
or the ephemeral smile after the storm
I believe in the eternity of an instant
before an insubstantial tomorrow
or in a deliberately altered past
I believe in the construction of fragile pretensions
to defeat boredom and the void
I believe in the diversity of writing
as the last resource against fear
as the last remedy to save
the little universe that's left
which is not on sale.
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