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Concorso E/STATE TRA I VERSI: Laura Garavaglia recensisce "Altissima miseria" di Claudia D


Altissima Miseria

Le poesie della raccolta “Altissima miseria” (Musicaos, 2016) di Claudia Di Palma esprimono la dimensione discreta, frammentaria del nostro tempo, spesso difficile da interpretare e capire. La complessità del reale, che condiziona la vita di ciascuno di noi, emerge con forza nei versi della poetessa. Sono la precarietà di ogni certezza, lo scorrere indistinto delle cose nel tempo, il mutare delle situazioni, il doversi di continuo misurare col cambiamento che ci rendono più insicuri, più fragili. E questa ineludibile fragilità, questo essere spesso in balia degli eventi sembrano esprimere gran parte delle poesie della Di Palma: “Se mi apri il petto vedi il margine/che ho conservato, che più volte/ho dimenticato e poi recuperato,/che ho trovato sempre diverso”; e ancora “la trama è disordine./È un varco che abito e abbandono” (pag.21). Abitare e abbandonare continuamente “il margine” che è “la mia casa”, significa cercare un luogo interiore in cui trovare momentaneo rifugio. E sembra che solo guardandosi indietro, ripercorrendo a ritroso il proprio vissuto si possa trovare la possibilità di esistere, come il frutto che ritorna alla radice o come “i morti che ritornano nel grembo”(pag.31). Precarietà dell’esistenza, dunque, dove neppure l’amore riesce a offrire sia pur brevi momenti di serenità: “Se scoperchio la parolina amore/trovo un macello di me stessa e altre finzioni, dove ci sono tutti i nomi” (pag.32). Paura, quindi, di sopportare la portata incontenibile dell’amore, fino a “fare fatica/a credere alla mia esistenza,/avere la certezza incrollabile/del disfacimento”(pag.33).

Un altro tema presente nella raccolta, legato a quello sopra evidenziato, è la solitudine che ci accompagna durante la nostra vita. La poetessa lo scrive in questi bellissimi versi della sezione Esilio promesso: ”Laddove ci tendiamo le mani/ non ci tocchiamo/c’è silenzio attorno/oppure il fruscio di voci confuse”(pag.37). Il desiderio di trovare negli altri risposte che non sappiamo darci, la necessità, che soprattutto il poeta avverte, di essere, per usare una felice espressione di Giancarlo Majorino, “singoli di molti” sembrano naufragare nell’unica certezza che ci rimane, quella del disfacimento, termine che rende in tutta la sua drammaticità l’assenza di speranza, l’abbandono, il nulla. Nella sezione finale della raccolta, che dà il titolo al libro, si avverte tuttavia con sempre maggior urgenza la necessità di dare senso al proprio destino e la ricerca di un possibile dialogo con Dio, un Dio che appare però lontano e indifferente,“Immenso,/spiegato da un misero zero, da un misero divino”.

Eppure ci sono momenti, in questo libro, in cui l’autrice ci fa avvertire il palpito della vita, il desiderio di afferrarla, plasmarla e farla propria, a dispetto della realtà che ci circonda. Sono i versi in cui si può scorgere l’orgoglio di essere donna, creatrice di vita: “Sono incinta dell’evento,/ di ciò che è a venire./E mi fido, spalanco il grembo/e gli occhi a ciò che sarà figura”(pag.20); “il grosso respiro di un piccolo/bimbo che dorme/mi insegna ad essere felice/ (…) e anche se non ho figli sono madre” (pag.26).

Ed è in alcuni versi di una delle poesie finali dove Di Palma sembra indicare una via di fuga dal disfacimento, proprio grazie alla forza imperitura della poesia che deve riflettere il tempo in cui vive il poeta e anche offrire un messaggio di speranza nella parola che si fa luce: “E cessiamo di essere monadi/e ci troviamo mondo, plurale sintonia/di singolari moltitudini” (pag.72).

Claudia Di Palma, nata a Maglie nel 1985, vive e lavora a Lecce. Tra le sue esperienze più importanti si annovera la passione per il teatro. Ha collaborato con “Astragali Teatro” (2005) e “Asfalto Teatro” (2006/2012). La passione per il canto l’ha portata a seguire inizialmente lezioni private e, attualmente, le lezioni della “World Music Academy” di San Vito dei Normanni, con il maestro Fabrizio Piepoli. Ha seguito il laboratorio poetico “Trasmissione orale della poesia e uso del microfono” tenuto da Mariangela Gualtieri (2013) e, nel 2016, il “Ritiro Poetico” della casa editrice Samuele Editore.

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