Appare nell'antologia "Novecento non più - verso il Realismo terminale" curata da Salvatore Contessini e Diana Battaggia ed edita per La Vita Felice una nuova poesia di Andrea Tavernati.
La pubblichiamo qui in anteprima.
LO SBARCO
Mani spremute
appese alla monotona preghiera
come litania ottusa di motore.
Lo sciabordare del gommone
insegna il traghettatore,
dice che districare è da grandi.
Sempre a guadare
progenie di ricordi, incroci e piazze un tempo,
le effrazioni assiepano
serrate distrutte
muri di miserie.
Laggiù l'aria pietrosa
fischiava gioiosa petardi d'acciaio
sulle persone calcificate
come desolate bambole.
Lo screpolamento prosegue lapidario anche qui:
dare morsi alla credit card per saggiare quella buona
avviticchiarsi alla cruna dello smartphone
sopportare il sole impavido
come la prua del guardacoste....
Qualcuno insiste con la camicia delle feste
finite per sempre:
un io scomposto
come una maceria.
All'accozzare sguardi borbotta
il cicaleccio dei vecchi di vagante in vagante
cantilene d'assenze.
Anche tu evanescente
dal foro più aperto.