Pubblichiamo l'intervento tenuto da Laura Garavaglia in occasione della 6° edizione del Festival Internazionale di Poesia di Eskişehir - Turchia
Cari amici poeti, custodi del vero senso delle parole, oggi più che mai siamo investiti da una grande responsabilità. Noi più di ogni altro sappiamo che le parole possono essere strumento di morte o di salvezza, sappiamo quanto potenti possono essere le parole. E che le parole, come ha scritto José Saramago, devono valere solo ciò che vale il silenzio dell’atto. Perché sul silenzio cadono tutte le parole, quelle buone e quelle cattive, cioè il grano e la zizzania. Ma solo il grano dà il pane.
Con le parola della poesia nutriamo le nostre anime come il pane nutre il nostro corpo. Con le parole della poesia costruiamo ponti di luce tra i popoli, annulliamo ogni differenza di etnia, genere, nazionalità, classe religione. La poesia ci permette di scavare nella parte più profonda del nostro io, di capire lo straniero che è in noi e quindi di aprirci agli altri, di capire, apprezzare, amare l’altro da sé.
Io credo che la poesia sia una forma di conoscenza, in questo vicina alla scienza, perché è tesa a scoprire il mistero che ci circonda: chi siamo, dove siamo destinati a andare, com’è fatto il mondo, come è fatto l’universo. Questo mirare “al cuore d’oro delle cose” aiuta a capire la verità oltre la menzogna, aiuta a combattere la violenza dell’Avere per raggiungere la pace dell’essere.
La poesia può combattere il terrorismo perché le parole della poesia sono parole di libertà e la libertà è il peggior nemico del terrorismo. In questi anni in Italia, in molti paesi europei e in Turchia migliaia di persone fuggono dalla guerra, dalla povertà, dalla paura. È nostro dovere accoglierle, è nostro dovere lavorare per la pace e un futuro migliore per tutti.
Molti poeti e scrittori sono perseguitati nei loro paesi dove la libertà di espressione è soffocata da dittature.
Le parole della poesia sono spade: usiamole contro la tirannia, la violenza, l’ingiustizia.
Voglio ricordare il messaggio di amore spirituale del grande poeta Yunus Emre, considerato nella letteratura turca ciò che Dante Alighieri è per la nostra letteratura e dichiarato dall’UNESCO “Poeta dell’Umanità”. Il suo messaggio di amore, che è il motivo dominante della sua poesia, è oggi più che mai importante in un mondo dove sembrano prevalere l’odio e l’intolleranza.
“…L’odio è il nostro unico nemico./Per noi il mondo intero è Uno./ Non sono sulla Terra per seminare la guerra e l’inimicizia./ L’Amore è la missione e la vocazione di tutta la vita./ Che una sola frase fermi la guerra:/Ama e sii amato…”